La storia della malattia

Dal 1985 ad oggi

di Paola Vannutelli

La nuova malattia. L’AIDS Sindrome da Immunodeficienza Acquisita compare per la prima volta in letteratura nel 1981 negli Stati Uniti, ma già negli anni ‘70 erano stati individuati casi isolati, in Africa, Haiti ed Europa). Alla fine del 1980 il ricercatore M.Gottlieb dell’Università della California, si occupa di un giovane paziente affetto da un raro tipo di polmonite; nei mesi successivi scopre altri tre casi, tutti omosessuali attivi.

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Nel giugno 1981 il CDC di Atlanta Center for Disease Control and Prevention segnalò un improvviso aumento tra gli omosessuali attivi dello stesso tipo di polmonite pneumo cistscarinii e di un raro tumore dei vasi sanguigni, il sarcoma di Kaposi. Con la divulgazione di questi dati, si realizzò di essere di fronte a una nuova malattia, cui inizialmente il CDC non assegnò un nome ufficiale, facendo riferimento a essa per mezzo delle malattie che le erano state associate. La stampa invece coniò il termine GRID che stava per Gay-related immune deficiency. Sebbene non fossero chiare le modalità di trasmissione e di contagio, l’ipotesi più accreditata fu quella che la malattia colpiva solo gli omosessuali. Il messaggio arrivò all’opinione pubblica, col titolo del New York Times: «Raro cancro osservato in quarantuno omosessuali»; anche se la malattia cominciò a colpire gli eterosessuali e a sconfinare dagli USA. Nel giugno 1982 si cominciò ad ipotizzare l’origine virale della malattia; il CDC coniò il termine di “malattia 4H” imputandolo agli haitiani, omosessuali, emofiliaci e consumatori di eroina. Durante il congresso agosto 1982 promosso dalla FAD Food and Drug Administration, fu proposto per la prima volta il termine AIDS “sindrome da immuno-deficienza acquisita”; per designare una “Sindrome” perché non è un’unica malattia, ma si presenta sotto forma di diverse manifestazioni patologiche, di origine non ereditaria, ma che è invece acquisita attraverso un meccanismo di trasmissione ancora ignoto, e che consiste in una deficienza del sistema immunitario.

Gli anni 80. Il 1982 si chiude con due eventi significativi: la morte, a seguito di una trasfusione infetta, di un bimbo emofiliaco e il primo caso di trasmissione materno - fetale dell’Aids. È sempre più evidente che l’AIDS è una malattia in diffusione, che riguarda tutti e non più solo categorie, anche al di fuori dell’USA (i casi negli USA a dicembre 1982 salirono a 1614 con 619 decessi). Nel maggio del 1983, all’Istituto Pasteur di Parigi, il virologo francese Luc Montagnier isola un nuovo virus forse responsabile dell’Aids. Inviato ai CDC di Atlanta, il virus è analizzato e denominato Lav (Virus associato a linfadenopatia).Il 22 aprile 1984, i CDC dichiarano pubblicamente che il virus francese Lav è stato identificato come la causa dell’Aids. Nell’aprile 1984 Robert Gallo, direttore del laboratorio di biologia cellulare dei tumori del National Cancer Institute, a sua volta isola da pazienti malati di Aids il virus candidato a essere il responsabile della malattia, chiamandolo Htlv-III che infetta i linfociti T umani. Inizia così una vera e propria battaglia legale fra i due prestigiosi istituti di ricerca, che rivendicano entrambi la paternità della scoperta che varrà ai francesi nel il premio Nobel

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Il 2 ottobre 1985 morì l’attore statunitense Rock Hudson primo personaggio famoso a confessare pubblicamente di essere malato di AIDS. Nel 1986 un comitato internazionale stabilisce un nuovo nome per indicare il virus dell’Aids: d’ora in poi si parlerà soltanto di HIV, in altre parole “Virus dell’immunodeficienza umana”. Dalla seconda metà degli anni ’80 si entrò nel pieno della pandemia mondiale: apparve chiaro come fosse necessario creare campagne d’informazione per arginare il contagio ma l’imbarazzo sui temi della droga, dell’omosessualità e dell’emancipazione sessuale generarono discriminazione e sottostima dei rischi. Nel 1987 fu approvato un primo farmaco, la molecola dell’AZT, inibitrice dell’enzima della transcrittasi inversa. Sebbene i risultati della terapia si siano dimostrati non soddisfacenti si riaccese la speranza tra i contagiati, inevitabili furono i problemi gestionali nella sua erogazione, (mercato nero dei farmaci). Nel 1988 venne istituita la Giornata mondiale contro l’AIDS, commemorata da allora ogni anno il 1º dicembre, ricorrenza che negli anni non ha suscitato particolare interesse. In Italia il nuovo ministro Francesco De Lorenzo fece andare in onda nel 1989 la prima comunicazione di massa sull’Aids con il Celebre lo slogan “Aids, se lo conosci lo eviti”, alla quale seguirono le altre 13 campagne ministeriali.

Gli anni 90. Nel 1991 venne approvato un nuovo farmaco anti AIDS, la DDI (simile all’ AZT); un anno dopo fu approvata la DDC e prese avvio lo studio clinico sulla combinazione a due farmaci.
Il 24 novembre 1991 Il virus ha provocato la sua più celebre vittima: la rockstar Freddie Mercury, cantante dei Queen, morì per una malattia correlata all’AIDS. Un’altra famosa vittima fu il ballerino russo Rudolf Nureyev morto nel 1993. Sono altre i personaggi del cinema e dello spettacolo scomparsi fino ad oggi.


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Nel 1993 scoppiò in Francia, e poi in altri paesi, lo scandalo del sangue infetto che fece arrestare e condannare quattro funzionari della banca del sangue.

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L’ingresso sul mercato del nuovo farmaco D4T si ebbe nel 1994, anno dell’ultima conferenza annuale, a Yokohama. In seguito le conferenze si tennero ogni due anni.
In questo decennio, la comunicazione sul virus rappresenta, per alcune testate internazionali, un’occasione unica per diffondere informazioni sul virus, sulle vie di trasmissione e sul condom oltre a divulgare principi di uguaglianza,solidarietà e pari diritti

Schermata 2015-03-18 alle 19.20.05A metà degli anni ’90 la progressione farmacologica aveva già intaccato la mortalità per la malattia, che dal 100% nel 1984 era scesa al 77,5%; ma il 1995 fu anche l’anno che registrò il picco dell’epidemia, col massimo numero di nuovi casi: in Italia arrivarono ad essere 4.515.Dal 1996, che vide l’abbandono della monoterapia (AZT) e delle duplici terapie, si passò ad un insieme di farmaci (Haart Highly Active Anti-Retroviral Therapy), che riuscirono ad “immobilizzare” il virus negli individui, bloccando lo sviluppo della sindrome, ma non a sradicarlo per debellare la malattia. L’offerta terapeutica si è arricchita continuamente di nuovi farmaci e i risultati delle nuove terapie non si sono fatti attendere: la mortalità per AIDS è nettamente calata ma, tutt’altro che debellata, la sindrome da HIV è diventata endemica nei paesi sviluppati, dove è crollato il numero di decessi, ma non quello dei contagi, mentre è ancora uno dei più gravi fattori di mortalità nei paesi in via di sviluppo

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